18 Set Cos’è la disabilità intellettiva?
Viene chiamata disabilità intellettiva quel deficit del funzionamento intellettivo, soprattutto in ambiti sociali. Scoprite come comportarsi e che cura adottare
È prima del compimento del diciottesimo anno di età, che si manifesta più chiaramente una disabilità intellettiva e psichica. La definizione di disabilità intellettiva è strettamente legata all’IQ, anche detto Quoziente Intellettivo, che in questo caso corrisponde a un numero significativo “sotto la media” dei 70. Questa cifra viene calcolata in base a diversi test psicometrici, e la gravità rispetto alla carenza di un comportamento adattivo, rivela il tipo di disabilità: lieve, moderata, grave o estrema. Tutte le aree del funzionamento intellettivo vengono coinvolte quando si tratta di una disabilità intellettiva abbastanza grave.
In generale, chi rientra in queste categorie, ha comunque dei punti di forza, insieme a dei punti deboli, che interagiscono coinvolgendo tutto il funzionamento cognitivo. Secondo la AAMR, ovvero la American Association on Mental Retardation, esistono 10 aree che si focalizzano sulle abilità adattive di una persona: innanzitutto e naturalmente la comunicazione, che è alla base di tutto, seguita dalla salute, dalla sicurezza, dal funzionamento scolastico, dal lavoro e dal tempo libero.
Viene enfatizzato meno il grado di decifit psicometrico e focalizzata di più l’abilità del soggetto di funzionare effettivamente nella comunità e nel sostegno di cui ha bisogno, quando una diagnosi di ritardo mentale viene determinata da una significativa compromissione di almeno due dei dieci elementi finora elencati. Nel mondo esistono circa 156 milioni di persone affette da ritardo mentale. Infatti la prevalenza è molto variabile, con un oscillazione tra l’1 e il 3%.
Disabilità Intellettiva: le cause
Le cause per cui viene a svilupparsi una disabilità intellettiva vengono indentificate in qualunque condizione o elemento che impedisca il normale sviluppo del cervello. Esistono comunque dei fattori etiologici generici e alcuni acquisiti che possono essere gestazionali, come per le malattie materne infettive o degli agenti chimici che hanno compromesso il naturale sviluppo dell’utero, perinatali, dove si intende la prematurità, l’anoressia e altri traumi cranici, e postnatali, vale a dire delle possibili encefaliti o anche solo meningiti sviluppati non appena nati, che possono influenzare completamente la crescita del cervello stesso.
Nel 50% dei casi comunque, non esiste purtroppo una causa precisa che identifichi il motivo per il quale un soggetto la riscontri. Sicuramente una disabilità intellettiva sarà molto più nota e visibile a scuola, in quanto il paragone e la differenza di bambini si vede fin da subito, ma non sempre è detto se osserviamo a fondo il loro comportamento.
Disabilità Intellettiva: il trattamento
Quando si prendono in cura dei soggetti con questa disabilità, non vuol dire che lo si fa in quanto malato e necessitante di una cura. Infatti, se da un punto vista medico, a volte si rende necessario l’aiuto di qualche medicinale per supportare il paziente, il fatto più importante e determinante rappresenta piuttosto la riabilitazione cognitiva. Questo perché risulta essere fondamentale il rafforzamento, e magari a volte anche la stessa introduzione, di alcune abilità che è causa di questo svantaggio, non vengono sviluppate e consolidate spontaneamente.
L’obiettivo infatti è quello di focalizzare l’attenzione dello sviluppo delle capacità visuo-spaziali, del linguaggio stesso, dell’apprendimento della lettura, scrittura e calcolo, oltre che alla percezione dello spazio e del tempo.